Il viaggio interstellare in Babylon

Il viaggio interstellare in Babylon

Domenico Di Felice - Cineforum Teramo

2.6.2023

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Abbiamo visto Babylon di Chazelle e ci ha molto colpiti. Dopo la lunga ricerca dei film citati nei titoli di coda, che vi scriviamo alla fine, ci siamo presi qualche giorno per riflettere e far sedimentare le emozioni.

 

La prospettiva iniziale è scatologica, siamo virtualmente sommersi dallo sterco di un elefante e ci è subito venuto da dirci: cominciamo bene! Il baccanale che ne segue è una vera orgia di colori, suoni, voci e soprattutto corpi. Inutile dire che quando tutto sembra finire, l’orgia ricomincia nel susseguirsi di decine di set di film muti e dell’incredibile caos di urla e rumori, dovuto alla noncuranza con cui si girava, non essendoci il sonoro. La protagonista arriva nell’anno sbagliato al successo, il 1927, l’anno della svolta de 

Il cantante di Jazz

Il tutto può considerarsi un incredibile e sincero omaggio al cinema del passato e al cinema in generale.

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Già altri film avevano riflettuto sul passaggio al sonoro e sulla bellezza geniale e sregolata del cinema del passato (Sunset Boulevard di Wilder su tutti, ma anche il recentissimo C’era una volta a Hollywood di Tarantino) ma questo lo fa raccontando la portata drammatica dell’innovazione e selezionando poi alla fine, nella ormai celebre scena dei titoli di coda, in cui Manuel si emoziona davanti a Singing in the rain (stesso tema del passaggio al sonoro), tutti film che hanno in qualche modo portato ad innovazioni tecniche o artistiche, partendo proprio dai primi esperimenti di pre-cinema.

 

Ci sono due scene sulle quali ci vogliamo soffermare per le nostre riflessioni, ma mettiamo qui la nostra allerta Spoiler: se non avete visto il film e vi danno fastidio le rivelazioni di trama, tornate qui dopo aver visto il film.

 

 

 

Ci siamo sentiti letteralmente devastati nell’animo quando al musicista Sidney Palmer, ragazzo di colore, viene chiesto di scurirsi la faccia col carbone perché “non abbastanza nero” per gli standard degli spettatori del sud degli Stati Uniti, abituati a musicisti coloured. Il suo profondo disagio nel doppio standard a cui era sottoposto, lui nero ma troppo chiaro, non abbastanza nero nemmeno per i ruoli a cui erano relegati gli uomini di colore nel cinema dell’epoca, l’orchestrina jazz. Possiamo solo immaginare il tormento interiore e la sensazione di inadeguatezza finale, quando il lavacro purificatore delle lacrime scioglie il trucco. Un vero vesti la giubba, ma molto più terribile!

La discesa all’inferno di Manuel, accompagnato da un incredibilmente satanico Tobey Maguire, tutta girata nei toni del rosso e del nero ci porta nei sotterranei perversi di Hollywood, popolati di sessualità ambigua, sfruttamento minorile e delle disabilità, indicibili passioni e personaggi a dir poco grotteschi. Una catabasi senza promessa di salvezza, un viaggio che è destinato a sporcare l’anima, un’infezione e promessa di morte che poi viene riscattata soltanto dal sacrificio di Margot Robbie, che ci viene asetticamente narrato dal trafiletto di un giornale.

 

E veniamo alla scena finale, quel caleidoscopio di bellezza, tecnologia e passato glorioso che condisce la commozione nostra e di Manuel; abbiamo trovato quasi tutti i film anche se un paio di fotogrammi ci sono ancora oscuri, quindi se avete riconosciuto altro, eccoci qui pronti ad accogliere i vostri suggerimenti. Nel frattempo, eccovi la lista:
 

 

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Il cavallo in movimento (1878), di Eadweard Muybridge

Cat galloping (1887), di Eadweard Muybridge (Questi due i primi esperimenti di immagini in movimento)

Annie Oakley (1894), William Kennedy Laurie Dickson

L'arrivo di un treno alla stazione di La Ciotat (1895), di Auguste e Louis Lumière

Birth of the Pearl (1901), di Frederick S. Armitage

Viaggio nella Luna (1902), di Georges Méliès

Ali Baba et les Quarante Voleurs (1902), di Ferdinand Zecca

The great train robbery (1903), di Edwin S. Porter

Little Nemo (1911), di Winsor McCay e J. Stuart Blackton

Intolerance (1916), di D.W. Griffith

 

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Charlot boxeur (1915), di Charlie Chaplin

I vampiri (1915 - 1916) di Louis Feuillade

Giovanna d'Arco (1916) di Cecil B. DeMille

La voix du rossignol (1925), di Wladyslaw Starewicz

Ballet Mécanique (1924), di Fernand Léger

Il cantante di jazz (1927), di Alan Crosland

L'arca di Noè (1928), di Michael Curtiz   

La passione di Giovanna d'Arco (1928), di Carl Theodor Dreyer

Black and Tan (1929), di Dudley Murphy

Un chien andalou - Un cane andaluso (1929) di Luis Buñuel

Piccadilly (1929), di Ewald André Dupont

Il mago di Oz (1939), di Victor Fleming

Tarantella (1940), di Mary Ellen Bute

Meshes of the Afternoon (1943), di Maya Deren

La congiura dei Boiardi (1946), di Sergej Eizenstein

This is Cinerama (1952), di Merian C. Cooper, Gunther von Fritsch, Ernest B. Schoedsack, Michael Todd Jr.

El vampiro negro (1953) di Román Viñoly Barreto

Koibumi (1953), directed by Kinuyo Tanaka   

Pennelli, rabbia e fantasia (1953), di Chuck Jones

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Il lamento sul sentiero (1955), di Satyajit Ray

Ben-Hur (1959), di William Wyler   

Psyco (1960), di Alfred Hitchcock

Questa è la mia vita (1962), di Jean-Luc Godard

Borom Sarret (1963) di Ousmane Sembène

Persona (1965), di Ingmar Bergman

Week End - Una donna e un uomo da sabato a domenica (1967), di Jean-Luc Godard

Lucía (1968), di Humberto Solás

2001: Odissea nello spazio (1968), di Stanley Kubrick

Matrix I (1971), di John Whitney Sr.

Sunstone (1979), di Ed Emshwiller

I predatori dell'arca perduta (1981), di Steven Spielberg

Tron (1982), di Steven Lisberger

Terminator 2 - Il giorno del giudizio (1991), di James Cameron

Jurassic Park (1993), di Steven Spielberg

Matrix (1999), di Lana e Lilly Wachowski

Avatar (2009), di James Cameron

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