EXTRAlab - con il regista Lorenzo Pallotta

EXTRAlab - con il regista Lorenzo Pallotta

Fabiana Appicciafuoco

3.1.2025

Nel mese di febbraio un gruppo di studenti e studentesse delle scuole secondarie aderenti al progetto Extracinema 2 è stato coinvolto nel laboratorio cinematografico Sguardi nel tempo: Cinema e Memoria.  Attraverso una serie di attività pratiche e teoriche, gli studenti hanno avuto l'opportunità di investigare il concetto di memoria del territorio, manipolando artisticamente materiali fotografici di archivio e creando narrazioni visive e audiovisive che intrecciano passato e presente.  

 

Curatore del progetto il regista Lorenzo Pallotta: 

“L’idea del laboratorio è nata con l’intento di indagare attraverso gli occhi delle nuove generazioni il rapporto tra memoria, fotografia e cinema. Un percorso di 20 ore dedicato alla scoperta degli archivi fotografici della Biblioteca Melchiorre Dèlfico di Teramo, in particolare i fondi Nardini e Foschi, e alla creazione di micro narrazioni audiovisive ispirate ai loro scatti e al tema dell’alterità, uno dei fulcri del progetto Extracinema 2”.

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FASE 1. FOTOGRAFIA E MEMORIA STORICA. 

Fra una vasta selezione di foto d’archivio, il primo compito dei ragazzi è stato scegliere alcuni scatti particolarmente interessanti per le emozioni e per le storie di vita evocate. Su queste selezioni è stato chiesto di lasciarsi ispirare nella creazione di nuove micronarrazioni, di manipolare le stampe attraverso l’utilizzo di elementi di vario tipo (colori, ritagli di quotidiani, testi…) andando a modificare la visione del fotografo del passato, a favore di una visione più personale e della propria memoria generazionale. Partendo quindi da nuove immagini contemporanee costruite su foto d’epoca, i ragazzi hanno creato e scritto dei piccoli soggetti, dei brevi racconti che illustrano la trama dei cortometraggi realizzati nella fase due del laboratorio.

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Commenta Lorenzo Pallotta: “Questo primo approccio creativo alla foto analogica d’archivio da parte di una nuova generazione influenzata e cresciuta nel digitale, è servito a dialogare con i ragazzi e a individuare i principali sentimenti, pensieri ed emozioni che emergono guardando una fotografia scattata nel loro stesso territorio ma in un altro periodo storico. Interessante è stato come siamo riusciti attraverso le manipolazioni creative a rendere contemporanei gli scatti d’epoca e a comprendere che in realtà ciò che noi abbiamo intorno, il presente e il futuro, vengono dal mondo raccontato da quei fotografi”.


 

FASE 2. CINEMA E MEMORIA. In questa fase i ragazzi hanno prima familiarizzato con le basi della tecnica cinematografica attraverso alcuni esercizi ispirati agli albori del cinema, in particolare “Le vedute Lumière”. Dopo i primi esperimenti si è passati alla realizzazione di uno dei soggetti scritti e quindi di un cortometraggio strutturato su più scene, utilizzando la tecnica del campo e controcampo, tematica di Extracinema 2.

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Commenta Lorenzo Pallotta

“La scelta delle location del cortometraggio non è stata casuale, abbiamo girato per lo più nei giardini della Villa comunale di Teramo, uno degli ambienti più presenti fra gli scatti selezionati nei fondi fotografici Nardini e Foschi

E’ stato bello per i ragazzi osservare le differenze, i mutamenti del luogo. Quali sono stati gli aspetti più formativi che ho notato lavorando con loro? 

Direi due in particolare. 

Il primo è  la presa di coscienza da parte dei ragazzi di quello che in realtà è il cinema, scoprire che il cinema non è solo una telecamera ma anche pittura, fotografia, scrittura, composizione, musica, creatività del regista e degli attori e molto altro. 

Il secondo aspetto per me molto interessante è stato vederli muoversi all’interno della propria città impegnati in un progetto personale, rompere il momento di paura e timidezza incontrando persone conosciute e sfruttando spazi che solitamente vivono in un’altra maniera. Mi ha fatto ricordare quando da giovane ragazzo giravo per la città con la prima videocamera senza meta e senza logica, quasi con la sensazione di perdere tempo. In realtà sono queste le attività che stimolano il libero ragionamento e il pensiero creativo. 

Uscire e trovare delle soluzioni per rappresentare la propria storia credo che per loro sia stato anche un modo per mettersi in gioco in un luogo e con persone che fino a quel momento avevano vissuto e visto in un’altra maniera. In questo senso il  tema dell’alterità è stato affrontato più nella pratica che nella vera e propria realizzazione dell’opera, la cosa bella è stata questa”.

 

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